Food Lovers al rapporto! Per il nostro progetto di storie d’impresa abbiamo intervistato Sara Maranzana, pastry chef (attualmente a New York), food influencer di TikTok con quasi 57 mila follower e scrittrice. Sara ha deciso di stravolgere la sua vita a causa della fine di una storia d’amore, volando dall’altra parte del mondo 8 mesi fa, quando le è stato proposto un lavoro da Ducasse & Ansel a New York. In questa intervista abbiamo chiesto a Sara la sua storia, i segreti della sua professione e differenze tra la pasticceria italiana e newyorkese.
Cosa aspettate a conoscere Sara?
Sara è una bambina dislessica a cui piaceva creare cose nuove come inventare torte con il fango. Le piaceva tantissimo anche impastare la pizza con la nonna tutte le domeniche.
Sara era anche una bambina dislessica incompresa perché nessuno ancora sapeva di questo disturbo, crescendo tra insicurezze e tanti sacrifici nello studio era sicura quale sarebbe stato il suo lavoro, essere pasticcera e creare finalmente i suoi dolci.
Qual è il tuo background lavorativo nel mondo del food?
Mi sono diplomata a Neive (Cuneo) alla Scuola Arte Bianca, dove poi da lì ho preso il volo.
Ho lavorato 3 anni a Londra passando per la cucina di Gordon Ramsay e al Green house 2 stelle Michelin, per poi prendere un volo per Shanghai.
Ho lavorato a Shanghai e Pechino per aprire una gelateria per il mio datore di lavoro, la gelateria non fu mai aperta, ma mi fermai comunque in Cina per 2 anni lavorando in una compagnia di eventi privati di lusso sempre facendo la pasticcera.
Sono tornata in Italia nel 2019 per stare vicina alla mia famiglia dato che tra fuso orario e tanti anni fuori mi mancavano, ho iniziato a lavorare come capo Pasticcera a Torino al Magorabin una stella Michelin. Mi sono trovata molto bene fino a quando il crudele covid ha messo tutto sotto sopra.
Come tanti ho passato molti mesi di cassa integrazione dove sono riuscita a coccolarmi i miei amati genitori e ho frenato un po’ la vita frenetica di tutti i miei giorni.
Con tutte le zone a colori il ristorante era sempre chiuso per una legge o per un’altra, allora ho preso la decisione di andare a lavorare in una pasticceria che al contrario del ristorante avevano meno pressioni sulla chiusura.
Ho aperto la pasticceria Casa Sabauda di Novi Ligure (AL) con i miei titolari ero la responsabile di tutto il reparto dolcì. Sfornavano cornetti all’italiana ogni mattina alle 4.30 e per le 5 con un profumo buonissimo aprivamo le porte, verso le 7 il nostro bancone di pasticcini e torte era pronto per i nostri clienti.
Dopo un anno e mezzo mi sono trasferita a New York, la grande Mela dove ad oggi sto per compiere un anno dal primo incontro.Ho iniziato lavorando per Alain Ducasse, molto grata a questa compagnia che mi ha dato l’opportunità di lavorare a Ny, ma dopo qualche mese ho subito capito che non facesse per me. Ormai avevo imparato dalla vita che se ci provi, ci riprovi e ci riprovi ancora con tutta la tua passione, ma in qualche modo non stai più bene in quella situazione, nulla cresce quando viene forzato, quindi taglio netto ancora più forti. Ora lavoro per Dominique Ansel workshop famoso pasticcere di New York, origini francesi, che in 10 anni di apertura ha conquistato tutti i newyorkesi.
“La pasticcera mela”: come è nato questo nome, cosa rappresenta per te e quali sono i suoi valori?
Per me la pasticcera mela è un soprannome speciale, ci tengo molto, perché la parola “mela” era il mio soprannome alle elementari per tutti i miei compagni e amici più stretti, non ero più Sara, ma “mela”. Tutto nacque perché mi prendevano in giro all’inizio, perché dal mio cognome Maranzana mi chiamavano “MELAnzana”. “MELAnzana” invece che “Maranzana”, da quel piccolo giochetto con il mio cognome ero diventata per tutti la “Sara mela”.
Prima di partire in un video TikTok avevi affermato “New York è la citta dei sogni, delle opportunità, ma parto più appesantita…”.Cosa rappresentava e rappresenta per te New York? Cosa consiglieresti a chi lavora nel mondo del food che vuole come te cambiare vita e intraprendere un percorso lavorativo a New York?
Ero appesantita perché questa volta chiudevo per la prima volta un capitolo importante della mia vita, una convivenza, un lavoro stabile ed ero anche vicina ai miei genitori. Mi si è sgretolato tutto all’improvviso e ho preferito strappare il cerotto perché continuare a cercare di riaggiustare determinate situazioni mi stavo trasformando in una persona che non ero più io.
Io consiglio di partire che sia New York o una città vicino casa, un passo alla volta, perché solo nei momenti difficili scopriamo davvero di avere una forza mai vista prima.
Se si sceglie New York, bisogna andare incontro al problema del visto lavorativo sponsorizzato da un’azienda, che è molto difficile se non si ha un curriculum impeccabile e una conoscenza dell’inglese fluente. New York non è facile, ma regala molto se si riesce nell’intento, cosa non impossibile ovviamente.
Per me New York rappresenta rinascita, la riscoperta di una Sara felice e spensierata che vive la sua vita dove la porta il cuore innamorata della vita, dei viaggi e del cibo.
Secondo te, quali sono gli ingredienti essenziali per svolgere il tuo lavoro?
Passione, organizzazione, forza, olio di gomito, pazienza, costanza, puntualità, correttezza, pulizia, rispetto. Un mix di tutte queste qualità ti portano all’apice di questa carriera.
Raccontami le differenze (pro e contro) che hai notato tra la pasticceria italiana e newyorkese. Se le hai notate, raccontami anche le differenze nel mondo della ristorazione newyorkese e italiana.
C’è un abisso enorme, la pasticceria americana è tanto dolce piena di burro, gelatine, fritto. In Italia le pasticcerie sono qualità, tradizione e attenzione al dettaglio, in America una cosa buona deve essere anche per forza vitale se no non ha lo stesso gusto.
Perché sono ancora qui? Perché questa città batte tutte le città del mondo perché è completa, ricca di tante culture e piena di vita.
Ti ispiri da qualche chef pasticcere?
Il mio pasticcere del cuore è Cedric Grolet, il mio idolo assoluto di tutti i pasticceri del mondo. Perfezione e qualità altissimi di eccellenza.
Da dove nasce l’idea di scrivere Il mio universo dislessico? Ti piacerebbe in futuro scrivere un libro sulla Pasticcera mela?
Chissà! Ho capito che nella mia vita può succedere di tutto, non credo scriverò un altro libro, ma Il mio universo dislessico è il mio orgoglio più grande. La rivalsa di una bambina che è diventata la donna che ha sempre sognato di essere.
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