Per Storie d’impresa abbiamo intervistato Elena Mazzetto che, con il suo profilo Instagram Semi di Elena, racconta la sua professione, i suoi valori e le sua aspirazioni. Dietista, appassionata di food photography, scrittrice e anche insegnante di cucina vegana, Elena è un vulcano di idee e passioni. Cosa contraddistingue la sua impresa? La voglia di divulgare un approccio diverso alla dieta, attento alla consapevolezza di sé, e anche un’idea di cucina vegetale che non sia una privazione, ma una scelta sentita.
Leggi l’intervista per scoprire Semi di Elena che, da solo un mese, è anche un libro e la scuola di cucina vegetale che aprirà nel 2023 (tempi burocratici permettendo).
Chi è Elena e come nasce Semi di Elena, il tuo progetto professionale su Instagram e nella vita vera?
Sono Elena e sono una dietista. Mi sono laureata nel novembre del 2017 all’Università di Padova e a gennaio 2018 ho iniziato a lavorare come libera professionista. Semi di Elena, così come è ora, è nato dopo. La nascita del profilo risale al 2017, a qualche mese prima della laurea e non avevo intenti specifici. Ho iniziato a strutturarlo come un qualcosa di professionale nel 2020. Sono partita con il nome I semi della dietista, ma alla lunga mi è andato stretto. Sono una dietista, ma non mi sento solo questo.
In primis sono Elena, che ha tante passioni, è un albero con tante radici: dietista, appassionata di cucina vegana, food photographer autodidatta, ama la scrittura…così è nato quello che adesso è Semi di Elena. Si è evoluto solo nell’ultimo anno come progetto di vita effettivo, quando ho deciso di seguire il mio cuore e lavorare anche per diventare insegnante di cucina. Quindi porterò avanti due filoni, quello da dietista e quello da insegnante di cucina vegetale.
Semi di Elena è un contenitore che vuole trasmettere messaggi per abbattere la cultura della dieta, aiutare le persone a imparare a conoscere i segnali del proprio corpo e avvicinare chi ne sentisse il bisogno a una dieta vegetale.
Quindi qual è il tuo approccio come dietista?
Ho iniziato a lavorare con lo stesso approccio della maggior parte dei professionisti del mio settore, quello prescrittivo. Però, più di un anno fa, ho deciso di avvicinarmi a un approccio diverso, più in linea con quello in cui credo. È non prescrittivo, anti dieta e inclusivo, non focalizzato sul peso. Guido le persone a riappropriarsi dei segnali del proprio corpo e a percepire come cambiano questi segnali, come quindi rispondere a seconda di quelle che sono le risorse interne della persona, gli ostacoli personali, sociali, sistemici che viviamo quotidianamente.
Quindi il fine ultimo è il benessere della persona e non ci sono obiettivi di peso come obiettivi di salute. Sto continuando a formarmi in materia e mi sento molto più serena, più in linea con i miei valori. Prima di cambiare approccio avevo pensato di mollare questa professione: non mi riconoscevo in essa ed era diventato frustrante. Ne parlo anche nel mio libro, appena uscito.
Com’è la risposta delle persone a questo approccio più intuitivo?
Dipende, perché siamo tutti diversi, con esigenze e aspirazioni altrettanto diverse. Alcune persone non tollerano più l’approccio classico, quello appunto prescrittivo, e cercano professionisti come me. C’è chi invece preferisce uno schema più rigido perché non è interessato al percorso. Prima o poi tutti però si rendono conto che non è possibile sostenere diete prescrittive per sempre e che, forse, c’è bisogno di un percorso. Il metodo con cui lavoro può risultare più impegnativo. Riappropriarsi dei propri segnali e dell’ascolto del proprio corpo per fare scelte di benessere in relazione al contesto che si vive non è immediato e scontato; è necessario camminare passo passo, un seme alla volta.
Spesso la difficoltà sta nella decostruzione di tutto ciò che abbiamo interiorizzato, per ricostruire un rapporto sereno e di pace con il cibo e con il corpo.
Come ci hai già anticipato, ti stai muovendo per diventare insegnante di cucina e aprire anche una scuola. Ci racconti qualcosa di più?
È un progetto che sta andando un po’ più lento di quanto sperato, ma non mi arrendo! Di certo il contesto storico complesso in cui siamo ora non aiuta. L’immobile per la scuola c’è e piano piano sto trovando tutti i fondi che mi servono: ormai costa tutto una follia e io comunque sono giovane, quindi non è facilissimo – ma nemmeno impossibile! I corsi inizieranno online e poi, se tutto va bene, anche dal vivo, non prima dell’anno nuovo.
Grazie ai corsi di specializzazione in alimentazione vegetale e al master professionalizzate in cucina vegana, presso la Funny Veg Academy di Milano, intendo dare vita a una scuola in cui gli studenti potranno avvicinarsi in modo consapevole a questo stile di alimentazione. Saranno a numero chiuso per garantire che tutti siano seguiti nel miglior modo possibile da me. La scuola fisica sarà in un paese in provincia di Padova, facilmente raggiungibile dall’autostrada, mentre i corsi online su Zoom. Per iscriversi è semplice: basta andare alla sezione shop del mio sito!
Segui il profilo Instagram di Semi di Elena per rimanere aggiornato su tutti i suoi corsi!
Sei una persona con molti interessi, non stai mai ferma!
Ho imparato una cosa di me stessa: non riesco a fare la stessa cosa per troppo tempo. Le mie passioni sono queste e ho bisogno di diversificare le mie attività. Lavorando come dietista e insegnante di cucina e organizzando eventi di ritiro con focus sull’alimentazione mi sento bene. Ho bisogno di dinamicità e persone intorno a me.
Ci ho messo un po’ a capire e ad accettare che io ho bisogno di fare più cose e diverse tra loro. Vieni spesso educato con l’idea opposta e cioè che è necessario fare solo una cosa, per tutta la vita.
Infatti, tra le tante attività c’è anche quella di scrittrice. Raccontaci di Semi di Elena, il tuo libro uscito a giugno per Bookabook.
Semi di Elena è un libro che racconta la mia storia e quindi è un libro da leggere. Ci tengo molto a sottolineare questo aspetto perché a un primo sguardo può sembrare un libro di cucina, ma è molto di più. Dietro ogni ricetta c’è una storia raccontata, la mia. Si compone di sette capitoli e ognuno affronta una parte del mio percorso. In tutto sono presenti trentasei ricette e per quasi tutte c’è anche la versione gluten-free. Mi ha richiesto più di un anno scriverlo perché è stato interamente prodotto da me: la parte scritta, le ricette, le foto sono state curate da me.
A parte la foto di copertina e qualche scatto interno per i quali sono stata supportata dal mio fidanzato. È stato interessante intraprendere questo percorso con Bookabook, così la mia community ha potuto seguirmi durante tutto l’iter. Mi emoziona molto pensare che il mio libro sia uscito in tutte le librerie e negli store online! Ho realizzato un sogno che avevo sin da quando ero bambina. Sto già pensando al prossimo, avrei qualcosa in mente, ma chissà!
Ultima domanda. Per te cosa significa essere vegana? Come ti sei avvicinata a questo stile di alimentazione?
Ho scelto di mangiare a base vegetale più di due anni fa fa. Il mio è stato un percorso graduale, in accordo con il mio sentire. Ci tengo a sottolinearlo perché credo che, chi compie questa scelta, debba farlo perché lo sente. Io ho preso questa decisione per una questione etica e poi si è agganciato il resto, come come la ricerca di una vita il più possibile vicina al ritmo della natura, sostenendo anche la causa ambientale. Non è una forzatura per me: essere vegana mi fa sentire meglio.
Allo stesso tempo, da parte mia non c’è alcun tipo di pregiudizio nei confronti di chi sceglie uno stile alimentare onnivoro e questo non influenza il mio lavoro da dietista: lavoro con più persone onnivore che vegane. Mi rendo conto che molte persone vivono la scelta vegetale come una privazione, mentre per me è un’apertura, un ampliamento. Mangiare vegano mi ha permesso di scoprire tanti nuovi cibi, nuovi gusti e nuove preparazioni. Mi sono arricchita quindi. E con la scuola e i corsi di cucina vegetale questo aspetto della mia vita diventerà anche parte del lavoro. Il mio obiettivo è portare ispirazione e apertura in un territorio come il Veneto che, a mio avviso, è indietro anni luce sull’alimentazione vegetale.
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Intervista realizzata con il supporta di Giorgia Michielon.