Poco prima delle vacanze di Natale, il team di Assaporami ha fatto una gita a Bologna e tra una passeggiata in zona T e un po’ di umarelling tra le vetrine, si è concesso una piccola pausa al Sarà. Ci troviamo nel quartiere Saragozza, non troppo distanti da piazza Maggiore, ma nemmeno in pieno centro spersi nel via vai di turisti, studenti e bolognesi di fretta.
Fuori dal Sarà non troverete una vera e propria insegna, e il rischio è quello di perdersi questo delizioso wine bar incastonato sotto i portici di via Saragozza, al numero 29/a. Ma aguzzate la vista, cercate il nome tratteggiato a mano sulla vetrina e fermatevi: lo troverete aperto a partire dalle 18 fino alla mezzanotte per gustare un buon aperitivo, una cena veloce o un cocktail nel dopocena.
Sarà: vino spirito e cucina
Il logo di Sarà recita vino spirito e cucina. E si tratta veramente di un locale con due anime, perfettamente combinate. Lo spirito e, soprattutto, il vino sono il lascito di Sara Feligiotti, ideatrice e imprenditrice marchigiana trapiantata a Bologna, spentasi prematuramente nella primavera dell’anno scorso.
Sara era una grande appassionata di vini, e nel 2014 aveva aperto Saràvino, una piccola enoteca dove proponeva bottiglie da lei appositamente cercate, studiate e selezionate, diventata velocemente una vera sensazione del distretto del Mercato delle Erbe. Nel 2021 il progetto di Sara si è ampliato con l’inaugurazione di Sarà, nel quale la passione per un buon calice di vino si coniuga alle esigenze di una buona forchetta. Ed è così che si è pienamente realizzata anche l’altra anima del progetto, grazie alla titolare della cucina, la chef Francesca Zagato, a cui si deve parte del successo di Saràvino, prima, e di Sarà, in seguito.
Nel giardino degli spiriti
Sarà nasce dalle ceneri di una vecchia fioreria, e non a caso appena entrati avrete l’impressione di addentrarvi in un piccolo giardino, o meglio, in una serra. Marmo nero e specchi alle pareti, tende verdi di velluto ai lati della porta e mensole ricolme di bottiglie di vino e di liquori. All’ingresso la responsabile di sala vi accoglie dietro un bancone da bar vintage di legno scanalato, sotto dei globi di luce bianchi, in un tripudio di piante, Monstera e altri rampicanti da interno che piovono dal soffitto. I tavolini di ferro battuto, simili a quelli che potreste trovare nel giardino rigoglioso di una caffetteria alla moda, non sono molti; l’ambiente è tutto qui, intimo, e l’atmosfera soffusa come quella di un bistrot alla francese.
Al menù piace cambiare
Camuffato dietro gli specchi, ricavato in un angolo del locale, si nasconde il mondo di Francesca, una cucina di pochi metri quadrati che si è letteralmente costruita attorno e nella quale lavora come una formidabile artista solista.
Al menù di Sarà piace cambiare, questo perché Francesca è una creativa votata ai fornelli e non solo le piace sperimentare, ma si lascia anche guidare dalle suggestioni delle primizie stagionali, scegliendo personalmente i suoi ingredienti al mercato o dai banchi dei produttori locali. Per questo, oltre ai piatti e alle sfiziosità che propone il menù stampato, potrete sempre trovare dei gustosi fuori menù.
Al tempo della nostra visita, ad esempio, abbiamo potuto assaggiare una sontuosa jacked potato con salmone, rucola e panna acida e un gustosissimo spezzatino di cavolfiore, ceci e olive nere. Abbiamo provato anche la focaccia aperta, un letto di pane croccante su cui erano adagiati la famosa pancetta porchettata di Francesca, cipolla caramellata e salsa barbecue, e il cubo burger, una tartare di manzo accompagnata da crostoni, cavolo cappuccio e senape. Il tutto è stato innaffiato da dell’ottimo vino e coronato dalla selezione finale di dolci, tra cui degno di menzione d’onore è il semifreddo al miele, caramello salato e nocciole tostate.
Incontrarsi al Sarà
Sarà in breve tempo è riuscito a guadagnarsi il suo posto nelle guide enogastronomiche di Bologna, e non è difficile capirne il motivo. L’attenzione per la materia prima – sia in fatto di vini che di cibo –, il menù caleidoscopico di Francesca e la cura delle proposte – non mancano mai i piatti vegetariani e vegani, nemmeno tra i dolci – sono i punti di forza di questo piccolo wine bar.
Le porzioni non sono abbondanti, ma sono perfettamente in linea con lo spirito con cui Sara, la sua creatrice, ha aperto entrambi i suoi locali: i piatti sono gustosi assaggi pensati per accompagnare una degustazione di vino o un giro di cocktail in tarda serata, un incontro tra amici o una chiacchierata informale. Se passate per Bologna, concedetevi questa piccola deviazione dai percorsi classici che attraversano il centro congestionato della città e fermatevi tra le piante e gli spiriti di Sarà. Ne varrà la pena.
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