Buns Verona: quando un’hamburgheria diventa anche un brand

Continuano i nostri viaggi in giro per il Triveneto alla scoperta delle storie d’impresa più belle! Qualche giorno fa siamo andati a trovare Jack Ballarini a Buns, l’hamburgeria che ha fondato a Verona nel 2014. Buns è un locale che si trova vicino alla zona universitaria, con un concept moderno, che parla principalmente ai Millennials.

Buns non è solo un locale dove poter mangiare buonissimi hamburger con ingredienti di qualità, uniti in modo originale e gustoso. Jack ci ha raccontato la sua storia, la sua costante evoluzione e di come sia diventato una community e anche un brand.

Cari Food Lovers, leggete l’intervista per scoprire quanto può essere importante la giusta strategia di comunicazione e la continua ricerca per migliorarsi sempre.

Come è nato Buns? Qual è la sua storia e come si è evoluto nel tempo? 

Buns apre il 4 giugno del 2014. Nasce per una serie di fortuite coincidenze e di incontri che sono successi nella mia vita, grazie a un rapporto di amicizia con un paio di persone con cui già collaboravo a diversi progetti. Avevamo voglia di fare qualcosa di nuovo, che nessuno o pochi facevano. Con Buns volevamo portare a Verona il concetto che allora era la hamburgheria gourmet. In Europa era già un trend ben definito e stava arrivando anche in Italia. Abbiamo proposto da subito un menù che raccontava la stagionalità, il territorio, proponendo burger di carne, ma anche vegetariani e vegani, varietà sempre rimasta negli anni.

Come è cambiato Buns nel tempo? 

Quest’anno Buns compie 8 anni e, nel mentre, è cambiato tanto. Quando ho aperto avevo 25 anni e quest’anno ne compio 33. Ho avuto modo di crescere un po’ alla volta, di incontrare persone con cui confrontarmi. Abbiamo intrapreso un percorso profondo per quanto riguarda il prodotto, staccandoci dalla stagionalità, concentrandoci di più sull’intensità dei sapori e sull’autenticità dell’esperienza. Le parole chiave sono sempre state creatività e personalità. Non vogliamo espanderci, allargarci: vogliamo fare una ricerca profonda per radicarci sempre di più. Per distinguerci non abbiamo pensato solo a una strategia di comunicazione digitale, ma a un’identità di brand. Abbiamo realizzato il nostro logo, sempre presente su tutto: sulle nostre pareti, sul packaging, le t-shirt, portachiavi. 

Siete partiti con l’idea di rendere subito Buns un brand oppure è stato un progetto in divenire? 

La prima cosa che ho pensato quando abbiamo iniziato a ragionare sull’hamburgheria è che avrei avuto la possibilità di creare qualcosa con un’immagine forte e una personalità decisa. È stato, ed è, il mio lavoro quotidiano. Aver costruito un brand per me ha significato passare attraverso tante fasi, anche personali, per capire dove andare, provando tante strade e percorsi diversi. Non è stato facile trovare quella giusta, ma abbiamo sempre optato per un tone of voice e un approccio alla community coerente e trasparente. Chi inizia a seguirci sui social e poi viene nel locale, vede esattamente la stessa cosa: l’esperienza digitale coincide con quella reale. 

Come brand, il lavoro in senso stretto è stato quello di radicarci fin da subito nel territorio, rimanendo comunque aperti a ogni tipo di ispirazione dell’esterno, con un approccio trasversale che ci ha permesso di portare dentro al brand tutto quello che ci ispira: cinema, cucina contemporanea, un immaginario a volte un po’ più retrò, altre più contemporaneo. Buns ora è un brand solido, che però vuole crescere ancora. Ci rappresenta quotidianamente, perché è legato al qui e ora: è lo specchio di chi siamo e per questo credo riesca a coinvolgere così tanto la community.

Quanto è importante la comunicazione per un locale?

La comunicazione è importante perché in generale è importante raccontarsi, soprattutto per chi fa ospitalità. Ovviamente il peso della comunicazione per un locale cambia dalla tipologia del locale stesso, dagli obiettivi e dalle singole necessità. C’è chi ha bisogno, per esempio, di essere la prima trattoria nei risultati su Google o chi, magari, vuole risultare il ristorante con la miglior cacio e pepe di Roma. La comunicazione è soggettiva e va cucita sulla propria realtà. Noi abbiamo sempre puntato a una comunicazione chiara e limpida, che sapesse arrivare direttamente alle persone che volevamo colpire. Non ci siamo rivolti a un target preciso, ma a un’idea generazionale. Abbiamo perciò parlato alle persone vicine a noi, ai trentenni, che hanno i nostri stessi riferimenti culturali e quindi possono capirci al volo quando giochiamo sulle reference culturali o prendiamo riferimenti pop.

Ci racconti cosa è il Burger Lovers Club? 

Il Burger Lovers Club è una community. Il nome è nato un po’ per caso: avevo voglia di mettere un “timbro” a tutte le attività collaterali al ristorante e anche al rapporto che si era instaurato con gli affezionati di Buns. Mi piaceva l’idea che ci fossero la parola “love”, perché è una parola positiva, e anche “club”, perché racchiude il senso di gruppo. Non volevo però risultasse una cosa esclusiva: il Burger Lovers Club è, ed è sempre stato, aperto a tutti! Non è solo per chi viene da Buns. Ho sempre detto: “Sei un burger lover? Allora questa è anche casa tua”. Nel tempo siamo cambiati come locale, ora forse siamo più un fast food contemporaneo, ma siamo sempre stati un locale che sa far star bene chi ci entra. E Burger Lovers Club è diventato il marchio di questo e delle altre attività di contorno, come quella del merchandising. Tutto ciò diventa tangibile quando i nostri clienti comunicano di essere qui al locale, nel Burger Lovers Club, perché si sentono parte di tutto ciò. Per me è bellissimo perché è un qualcosa che abbiamo costruito con fatica. 

Hai scritto il libro Burger perfetto. Ti chiedo un consiglio per i nostri lettori: come fare un burger perfetto anche a casa? 

Burger perfetto è il nostro libro uscito nel 2018 per Gribaudo e distribuito da Feltrinelli. Racconta il primo capitolo della storia di Buns, chi siamo stati dal 2014 al 2018. Ora non so dirti a quale capitolo siamo arrivati, ma ce ne sono stati tanti! La nostra ricerca del burger perfetto non si è mai fermata, anzi si è evoluta, anche a livello tecnico. Per raggiungere determinati obiettivi abbiamo avuto bisogno di ribaltare completamente il nostro metodo di lavoro. Abbiamo dovuto imparare a lavora in modo più efficace e veloce, mantenendo sempre alto il livello del sapore finale, il flavour distintivo di Buns.

Per fare un grande burger a casa ci vogliono poche cose, piccole attenzioni tecniche che fanno la differenza. Il burger più comune è quello di manzo: è importante che la carne abbia la giusta quantità di grasso, in modo che in cottura faccia la crosticina tipica e che riveli tutto il suo gusto. Anche il pane è molto importante: deve essere il bun da hamburger, con la giusta consistenza e il profumo tipico. Poi c’è tutto il resto che dipende anche dal gusto personale: un buon formaggio, che avvolga bene l’hamburger, le salse, e ingredienti come cipolle caramellate, insalata… [guarda la video intervista su YouTube per non perdere nessun consiglio].

Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato in questi 8 anni di Buns? 

All’inizio ho cercato di fare tutto da solo perché sentivo questo posto come responsabilità solo mia. Mi occupavo in prima persona di tutte le cose: delle ricette, della gestione della cucina e quella della sala, della definizione della comunicazione. Nel 2018, in concomitanza con l’uscita del libro, questo meccanismo ha iniziato a incastrarsi: sono andato in crisi. Me ne sono occupato insieme a una psicologa e ho capito che il problema ero proprio io: facevo da tappo. Ho quindi deciso di delegare: ho assunto Federico che è diventato capo sala e che quest’anno ho portato in società con me. Ho ottimizzato i processi di gestione della cucina e della sala. Tutti questi cambiamenti hanno modificato anche il modello di business di Buns, grazie a un nuovo team e a nuove consapevolezze, rendendolo più veloce, agile e anche più intelligente. 

Quali novità dobbiamo aspettarci da Buns in futuro? 

Non abbiamo mai avuto il sogno di diventare un franchising, ma ci teniamo a radicarci ancora di più nella nostra città. Verona è una città aperta e la realtà in cui siamo immersi ci sprona a provare e a rischiare: per questo vogliamo continuare a realizzarci qui, per restituire qualcosa al territorio. A breve, nell’estate 2022, apriremo un piccolo punto vendita in centro storico. Per noi è una grande vittoria! Sposteremo la parte di produzione che diventerà un laboratorio, ci concentreremo maggiormente sul delivery e il take-away e anche sulla vendita del merchandising. 

Guarda il video dell’intervista sul nostro canale YouTube e approfondisci ancora di più la storia di Buns Verona.

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Scrivo, leggo e comunico. Appassionata di comunicazione e digital da sempre, mi guardo attorno a 360 gradi per imparare linguaggi nuovi da unire insieme per creare nuove strategie. Sono nata in Umbria, ho studiato in Trentino e ora vivo in Veneto. L’Italia intera è la mia casa di cui amo raccontare le eccellenze, non solo gastronomiche.